Il 10 settembre di ogni anno ricorre la “Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio”, istituita a livello internazionale nel 2003 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità insieme alla Federazione Mondiale per la Salute Mentale. E’ una campagna di sensibilizzazione e prevenzione che mira ad aumentare la consapevolezza nella comunità ed abbattere lo stigma che ancora circonda il tema del suicidio

 

Nel mondo, ogni 40 secondi una persona si toglie la vita.

Il suicidio è la seconda causa di morte nei giovani tra i 15 e 24 anni.

Occorre riflettere, il suicidio riguarda ciascuno di noi, perché ogni suicidio è devastante ed ha un profondo impatto su coloro che ne sono coinvolti, è un evento che sconvolge famiglie e comunità. Si dice che ogni suicidio coinvolge almeno 6-10 persone, ma in realtà le persone coinvolte sono certamente più di 100 persone (familiari, ma anche amici, compagni di scuola e di attività, insegnanti, educatori, animatori e non solo)

 

Da alcuni anni, in diverse città di Italia, in occasione della “Giornata di prevenzione del suicidio”, viene illuminato un monumento con l’obiettivo di “accendere una luce” su un tema estremamente delicato e complesso.

 

L’iniziativa è partita dalla associazione La Voce di Elisa ODV unitamente alla Consulta Famiglia di Savigliano, proposta a cui il Comune di Savigliano ha prontamente aderito.

Per l’importanza del tema affrontato si sono unite in questo semplice ma importante progetto Di.A.Psi Savigliano-Saluzzo-Fossano, Di.A.Psi Alba-Bra e MenteInPace (Cuneo), associazioni cuneesi che si occupano di salute mentale. Tutte insieme, le associazioni hanno coinvolto numerosi comuni, in particolare quelli con cui da tempo collaborano. Questo fronte unito ha reso possibile che una luce (di colore giallo/arancione) si accenda la sera del 10 settembre non solo a Savigliano, ma anche a Cuneo, Centallo, Saluzzo, Fossano, Trinità, Genola, Monasterolo, Marene, Cavallermaggiore, Racconigi, Bra, Alba.

 

Aderire a questa iniziativa nazionale, Illuminando un monumento o semplicemente accendendo una luce, è un gesto simbolico ma potente, che contribuirà a sollevare l’attenzione sulla necessità di affrontare il problema del suicidio. E’ un’iniziativa importante per coinvolgere la comunità e creare un fronte unito. La consapevolezza e la comprensione del problema sono fondamentali per promuovere un ambiente in cui le persone si sentano a loro agio nel cercare aiuto e supporto.

Prevenire il suicidio è possibile: ciascuno di noi è un attore chiave nella prevenzione, come figlio, come genitore, come amico, come collega o come vicino di casa. Tutti noi possiamo svolgere un ruolo importante nel sostenere coloro che stanno vivendo una crisi suicidaria o coloro che sono in lutto per il suicidio di una persona cara. Comunemente si tende a pensare che solo le persone affette da gravi problemi psichiatrici arrivino a togliersi la vita, ma la realtà è molto più complessa; ogni storia è unica, e certe circostanze ed eventi possono gettare in un tunnel doloroso dal quale non sembra esserci via d’uscita. Nella trattazione del suicidio la parola chiave non è “morte”, piuttosto dolore psicologico che se alleviato permette all’individuo di vivere.

Lo psichiatra Carlo Milordini, presidente de “La Voce di Elisa” afferma che “La prevenzione del suicidio è possibile e riguarda tutti. Il primo passo consiste nel cercare di sensibilizzare tutta la popolazione sul fenomeno e far sì che tutti sappiano cogliere i segnali d’allarme, così da poter riconoscere il soggetto a rischio e agire d’anticipo. L’obiettivo è saper riconoscere il soggetto in crisi. La stragrande maggioranza di coloro che pensano al suicidio in realtà desiderano vivere, ammesso che qualcuno riduca il loro livello di sofferenza mentale; se si agisce in tal senso la prevenzione diventa possibile”.

 

La giornata del 10 settembre serve a diffondere contenuti costruttivi e anche a stringere una comunità attorno alla convinzione che sia possibile fare la propria parte affinché si parli di più della prevenzione dei suicidi e si condividano storie di speranza.

 

“Infine occorre non dimenticare i survivors, i sopravvissuti – commenta Antonia Bassignana Schininà – ossia a coloro che hanno perso una persona cara a causa del suicidio. Si tratta di una popolazione numerosa in quanto per ogni suicidio si hanno numerosi survivors, una popolazione spesso dimenticata, che soffre in silenzio e che affronta un lutto diverso da ogni altro. Per loro, per noi, è necessario un ulteriore livello di assistenza e comprensione. Serve dare spazio alle persone sopravvissute a un suicidio, prendersi il tempo di ascoltare storie di rinascita e storie di reciproco aiuto, di faticosi percorsi di cura e d’instaurarsi di nuovi legami”.

 

Antonia Bassignana Schininà per La Voce di Elisa ODV

 

Insieme a Di.A.Psi Savigliano-Saluzzo-Fossano, Di.A.Psi Alba-Bra, MenteInPace

 

Con il sostegno dei Comuni: Savigliano, Alba, Bra, Cuneo, Cavallermaggiore, Centallo, Fossano, Genola Marene, Monasterolo, Racconigi, Saluzzo, Trinità.