Formazione e informazione sui temi di cui non si parla
Progetti, racconti, testimonianze
“I nostri volontari sono portavoce di notizie”


Tutti conosciamo l’associazione Libera, il loro lavoro sul territorio, le battaglie per combattere le mafie. Sul territorio cuneese lavora, da più di 10 anni, l’associazione Liberavoce ODV che porta il tema della legalità nelle scuole con un lavoro instancabile di formazione e informazione.
Nell’ambito della campagna del CSV “I diritti sono semi: un soffio li diffonde, la cura li fa crescere” per il volontariato a tutela dei diritti abbiamo incontrato Paolo Macagno, vicepresidente di Liberavoce ODV. Con lui ci si è confrontati sul perché l’attività di informazione di Libera sia così importante.
Qual è la principale attività di Liberavoce ODV?
«Lavoriamo da più di 10 anni sul territorio della bassa provincia di Cuneo e la nostra attività principale è quella di formazione nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. Abbiamo tanti volontari che sono insegnanti (in servizio o in pensione) e studenti. Questo lavoro è fondamentale, soprattutto quando manca un’informazione giornalistica capace di mettere in luce le reali necessità del paese. Oltre agli incontri nelle scuole organizziamo eventi pubblici nei quali invitiamo persone conosciute che possano parlare dei temi che riguardano il nostro territorio».
Rispetto al tema della legalità come vanno le cose in Piemonte?
«Purtroppo, la situazione in Piemonte non è così rosea come sembra, pochi sanno che nel 2024 i piemontesi si sono giocati 9 miliardi e mezzo al gioco d’azzardo (slot machine, gratta e vinci eccetera). Si tratta di una cifra enorme che va ad impattare sulle tasche della popolazione più fragile, quella più disperata che sogna una vincita per poter dare una svolta alla propria vita. Queste sono informazioni che non si hanno, se ne parla poco benchè abbiano una notevole importanza».
Quali sono i temi su cui fate maggiormente informazione?
«Nelle scuole, ma anche negli incontri pubblici, parliamo di gioco d’azzardo, di caporalato (che è stato protagonista del dibattito nel territorio albese), di ecomafie (soprattutto per quanto riguarda la gestione dei rifiuti), ma anche di appalti e infiltrazioni tra pubblico e privato».
Qual è il vostro target principale?
«Ci rivolgiamo principalmente ai giovani perché è in quella fascia di età che può prendere forma un cambiamento culturale. Negli incontri ci accorgiamo che gli studenti sono molto interessati al tema delle droghe, ma anche a quello della comunicazione social. Quest’ultimo aspetto richiede un’attenzione particolare, i ragazzi sono molto sensibili al tema dei soldi, sentono e leggono storie di persone che si arricchiscono senza sforzo. È fondamentale che capiscano che spesso sono accumuli di denaro che passano attraverso uno stile di vita malavitoso, è essenziale che arrivi il messaggio che chi delinque prima o poi ne porterà le conseguenze».
Come è cambiata l’associazione Libera in questi 30 anni?
«L’associazione Libera è cambiata molto, sicuramente rispetto ai primi anni è calato l’entusiasmo ed è diminuita la partecipazione pubblica, ma l’interesse continua ad esserci. Oggi l’associazione è molto ramificata sul territorio nazionale e ha una struttura solida, l’attenzione ai temi trattati continua a essere di attualità e questo permette di fare cose importanti e durature nel tempo».
Che cosa comporta diventare volontario dell’associazione Liberavoce?
«Cerchiamo persone che abbiano voglia di fare luce laddove ci sono ombre, dove le informazioni non arrivano. I nostri volontari sono portavoce di notizie, fanno informazione nelle scuole cercano di fare luce su quei temi più nascosti nei quali si ferma l’informazione giornalistica. Abbiamo bisogno di tutte le persone che hanno voglia di andare a fondo e conoscere bene i fatti».
Elisa Girardo