Il gruppo di volontari: istruzioni per l’uso

La parola a

“Prima emozione, poi relazione”

E’ il titolo del corso di formazione proposto dal CSV che si è svolto sabato 11 maggio e proseguirà con un secondo incontro nei prossimi mesi.
I temi affrontati sono principalmente: la comunicazione all’interno del gruppo e coordinare e condurre gruppi, strumenti e strategie per organizzare la gestione dei volontari.

Abbiamo posto alcune domande al formatore Roberto Ceschina.

Quali sono le istruzioni per l’uso per rendere efficace l’azione di un gruppo di volontari?

«Per rendere efficace un gruppo di volontari servono obiettivi chiari, ruoli definiti, comunicazione costante e leadership condivisa.

Gli obiettivi devono essere comprensibili, raggiungibili e legati a un impatto concreto.

I ruoli aiutano ogni volontario a capire dove serve e perché è importante, evitando ovrapposizioni o dispersioni.

La comunicazione deve essere continua ma leggera, sfruttando canali digitali agili (chat, micro-video, piattaforme collaborative). Infine, è essenziale riconoscere i meriti: un grazie sincero vale più di una riunione in più».

È meglio puntare più sulla motivazione o sul coinvolgimento dei volontari o entrambi?

«Entrambi, ma in tempi diversi. La motivazione è ciò che li porta a dire “sì”. Nasce da valori, emozioni, senso di utilità.

Il coinvolgimento è ciò che li fa restare. Deriva da ascolto, responsabilità e riconoscimento. Quindi: prima li si ispira, poi li si include. In pratica: prima emozione, poi relazione».

Come si può rafforzare la coesione e la fiducia di un gruppo di volontari?

«Con esperienze condivise, trasparenza e leadership orizzontale. Le persone si fidano quando si sentono viste, ascoltate e rispettate. Le attività di gruppo (non solo operative, anche ludiche o formative) costruiscono connessione.

Evitare favoritismi e praticare una gestione trasparente rafforza la coesione: la fiducia si costruisce nei dettagli».

I dati Istat rilevano un calo di volontari in senso tradizionale: in caso di emergenze, tuttavia, i volontari si muovono spontaneamente, anche i giovani, ma scelgono di non associarsi a un ETS. Come si può rispondere a questa nuova tendenza? Si può ipotizzare un gruppo globale di volontari non associati e come si possono gestire al meglio?

«Sì, è una tendenza reale: il volontariato sta diventando più fluido, episodico, digitale e autonomo. Per rispondere:

Occorre creare piattaforme digitali leggere dove le persone possano aderire “on demand” e ricevere micro-formazione in tempo reale. Serve un nuovo modello: un ecosistema aperto, dove ETS, istituzioni e cittadini si parlano senza dover passare sempre da strutture classiche».

 

Giorgia Barile

 

 

 

 

 

Roberto Ceschina è un formatore comportamentale e coach certificato ICF, con oltre 20 anni di esperienza nello sviluppo delle performance di team e leader. Utilizza metodologie innovative come LEGO® SERIOUS PLAY® e CREA IL TUO OBIETTIVO®, basato su neuroscienze e processi decisionali. È specializzato nel facilitare il cambiamento e la crescita personale e di TEAM coniugando creatività e rigore metodologico. Mi puoi presentare come Formatore e Coach esperto in gestione dei TEAM E performance