"Napoli-New York" di Gabriele Salvatores

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La recensione del film

La recensione del film “Napoli-New York” di Gabriele Salvatores, a cura del professor Pier Mario Mignone.

E’ impressione comune che le manifestazioni di solidarietà siano più evidenti tra le classi marginali, nel mondo dei derelitti, maggiormente esposti ai colpi della malasorte e anche più sensibili alle necessità degli altri. La pensavano così anche Federico Fellini e  Tullio Pinelli in un soggetto ritrovato solo pochi anni fa, ispirato ad una storia vera per giunta, e che Gabriele Salvatores ha sceneggiato per farne un film  nel 2024.

1949: a Napoli l’esplosione di un residuato bellico distrugge una casa dove viveva la zia della piccola Celestina: già orfana, con la perdita della zia la bambina non ha più nessuno, perché anche la sorella maggiore Agnese se ne era andata in America con una promessa di matrimonio. A Celestina non resta che l’amicizia di Carmine, poco più grande di le e pure lui orfano, che vive di espedienti, furtarelli e piccole truffe alle carte. L’incontro con l’afroamericano George, corposo cuoco a bordo di una nave statunitense, cambierà loro la vita per via della vendita truffaldina di un giaguaro, l’ostinazione di Carmine, e Celestina, nel salire a bordo per farsi pagare quanto promesso, intanto che la nave lascia gli ormeggi per New York …

Le vicende si sviluppano come una ramificazione picaresca trascinata da una presenza presso che continua di solidarietà. Che incomincia tra i due ragazzi, come in un romanzo di Dickens, prosegue con il buon cuore di Domenico Garofalo, commissario di bordo, che riesce ad evitare la denuncia come clandestini  e continua con un bella intuizione narrativa a segnare i destini incrociati. Perché quando i due ragazzi si perdono a New York, sarà lui il punto di riferimento, psicologico e logistico; e quando si scoprirà che Agnese ha ucciso chi l’ha ingannata con la promessa di matrimonio ed è condannata a morte, Domenico coinvolgerà l’amico giornalista per diffondere sulla stampa la storia drammatica delle due sorelle, e farne un caso non solo per le femministe ma anche per la campagna elettorale del nuovo sindaco. Insomma è una crescita esponenziale della solidarietà, sia pure con diverse motivazioni, ma con un fine comune: dare un futuro ai due giovani migranti napoletani nella terra delle opportunità. Che per Domenico e moglie, con l’accoglimento in casa dei due ragazzi, loro che di figli non ne hanno, significa completare insperatamente un progetto di famiglia e al contempo creare le basi per un’altra ancora per i due immigrati.  La “contrattazione” finale, che sembra cinica, guidata da Carmine, – adottati in famiglia o affittuario in casa -, scongiura derive pietistiche, perché la famiglia futura se la vogliono conquistare loro.

Stereotipi con cui noi italiani siamo visti all’estero? Un po’ si, però con un inevitabile riferimento al Titanic, un altro al Sergio Leone di C’era una volta in America, e, perché no?, un pizzico di West Side Story, il misto di melodramma e neorealismo funziona grazie anche al tono fiabesco che la fotografia ben sostiene e alle gran belle interpretazioni a partire dai due giovani così a loro agio nei loro ruoli. Pierfrancesco Favino va da sé.

Pier Mario Mignone

 

 

Pier Mario Mignone
Frequenta come borsista di Ca’Dolfin l’Università di Venezia “Ca’ Foscari”, dove si laurea in Lingue e Letterature Straniere (Inglese e Americano). Insegna Inglese al Liceo Ginnasio “Govone” di Alba e poi al Liceo Scientifico “Cocito”.

Nel contempo si occupa di Cinema, fondando alcuni Circoli del Cinema (aderenti all’Unione Italiana Circoli del Cinema, di cui è stato presidente per alcuni anni e di cui è tuttora consigliere).

Unitamente a pubblicazioni varie, tiene incontri di cultura massmediatica per scuole, enti pubblici e privati, college, in Italia e all’estero. Ha svolto pure attività di group leader per studenti di vacanze-studio nel Regno Unito, Irlanda e Stati Uniti, iniziando altresì un’intensa produzione video documentaristica tuttora in piena attività. È stato tra i fondatori di Alba International Film Festival, di cui è attualmente presidente, e ha fatto parte di alcune giurie in festival internazionali.

 

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