Intervista al direttore del Consorzio per i servizi socio assistenziali del Monregalese

La parola a

la collaborazione sul territorio con il Terzo Settore

Iniziamo una serie di interviste ai direttori dei Consorzi Socio Assistenziali della provincia di Cuneo, allo scopo di conoscere meglio le relazioni e le collaborazioni territoriali che riguardano anche il Terzo Settore e il CSV.

Partiamo con il territorio di Mondovì e del Monregalese.

Abbiamo quindi posto alcune domande a Marco Manosperti, direttore del Consorzio per i servizi socio assistenziali del Monregalese (C.S.S.M.), costituito da 28 Comuni, governa il sistema locale degli interventi sociali per conto dei Comuni consorziati.

Il CSSM collabora attualmente con gli enti del terzo settore del territorio? ci sono progetti che li coinvolgono?

«Attualmente il CSSM collabora con numerosi ETS, ed in particolare Organizzazioni di Volontariato, del territorio, l’elencazione sarebbe lunga e con il rischio di dimenticarne qualcuno… Alcuni ETS sono partner attivi di progetti di carattere sociale in atto e in corso di predisposizione su diversi target oggetto dell’attività istituzionale del Consorzio (persone anziane, disabili, minori, famiglie in difficoltà, …). Altri si collocano nel più ampio quadro dei “soggetti della rete” di uno o più progetti, ovvero, pur non avendo partecipato alla realizzazione dalle origini del progetto e alla sua candidatura a bandi di istituzioni pubbliche e/o private, ne fanno parte come risorsa attraverso la collaborazione dei propri associati.

In particolare, nel corso degli ultimi anni sono nate sul territorio alcune associazioni di volontariato grazie alla partecipazione ad alcuni progetti in ambito sociale. Oggi queste associazioni, terminato il progetto, proseguono la loro attività nel territorio e costituiscono una valida e talvolta indispensabile risorsa che integra e completa la risposta del servizio pubblico.»

Conoscete i CSV e avete già attuato forme di collaborazione?

«Abbiamo avuto modo di collaborare con il CSV di Cuneo, che ha uno sportello anche a Mondovì, in alcuni progetti, il più rilevante dei quali è “Orizzonte Vela”, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, terminato nel 2021 e rivolto all’inclusione delle persone disabili, che ha visto la collaborazione, oltre che del mondo dell’associazionismo di settore, anche di tutti gli Enti Gestori dei servizi socio assistenziali del cuneese e delle due Asl di territorio (CN1 e CN2)»

Secondo lei quali sono i bisogni più rilevanti sul territorio su cui interviene il volontariato?

«Attualmente le associazioni di volontariato supportano e completano l’intervento pubblico a sostegno delle persone fragili e sole (disabili, anziani, persone fragili in generale) con attività di aggregazione e socializzazione, anche a domicilio, trasporti e accompagnamento sociale assistito (es. accompagnamento per visite in ospedale fino al reparto di visita) e attività di informazione e sensibilizzazione nei confronti della comunità, specie nei comuni più piccoli e periferici».

Secondo Lei su quali nuove emergenze o bisogni già consolidati il volontariato potrebbe intervenire, quali aree sono ancora scoperte?

«Il Consorzio, in collaborazione con l’Unione Montana di Ceva, ha gestito nel biennio 2022/2023 un progetto di pronto intervento sociale rivolto alle persone fragili e in condizione di marginalità grazie a fondi statali. Il progetto ha aperto un nuovo orizzonte di attività al lavoro sociale di territorio, intercettando bisogni di cittadini finora inespressi o non opportunamente codificati. Questi bisogni, in passato, sono sfociati in problematiche di ordine pubblico (con intervento delle Forze dell’Ordine), degrado e in alcuni casi in vere e proprie tragedie (decesso del cittadino). Grazie alla collaborazione instaurata con le Forze dell’Ordine, i comandi di Polizia Municipale, i servizi sanitari e alcune realtà dell’associazionismo locale abbiamo potuto attivare su un territorio decisamente vasto un servizio capace di intercettare con efficacia e tempestività (intervenendo anche in orario notturno e nei giorni festivi) le situazioni di disagio e predisporre un progetto di emergenza. Questo intervento emergenziale ha consentito al servizio sociale di “guadagnare” il tempo necessario per mettere in condizioni di sicurezza la persona fragile intercettata (si pensi a situazioni di maltrattamento e violenza di genere) progettare un intervento più strutturato e ampio e eventualmente contattare il servizio sociale competente, in caso di accertata residenza al di fuori del perimetro di pertinenza del Consorzio o dell’Unione Montana di Ceva. Il progetto, ed i relativi fondi, sono terminati al 31/12/2023. L’auspicio è che, partendo dall’esperienza maturata e facendo tesoro degli inevitabili passi falsi compiuti, si possa collaborare con le associazioni di volontariato per mantenere attivo il progetto, o almeno una parte di esso.

Un altro bisogno su cui penso che la collaborazione con il mondo del volontariato possa produrre buoni risultati è quello della ricerca e gestione di spazi aggregativi per i giovani (adolescenti in particolare). Su questo tema il CSSM partecipa, in collaborazione con alcuni Comuni del territorio, ai bandi delle istituzioni pubbliche e private per candidare al finanziamento dei progetti finalizzati alla creazione degli spazi aggregativi. Tuttavia la logica di fondo dei bandi premia le iniziative innovative ma esclude il rifinanziamento dello stesso progetto attraverso i bandi successivi. Questo genera una difficoltà di progettazione da parte del CSSM che potrebbe essere in parte temperata con la collaborazione da parte delle associazioni di volontariato locali supportate dal Consorzio nel mantenere attivi gli spazi aggregativi precedentemente finanziati, in attesa di una nuova ricandidatura su nuovi bandi con una rimodulazione progettuale innovativa».

Ci sono idee che potrebbero portare a una coprogettazione tra ETS, Consorzio, CSV, altri enti?

«Una delle necessità che maggiormente incontriamo nel nostro dialogo con il mondo dell’associazionismo è rappresentata dalla formazione dei volontari. Il Consorzio dispone di operatori sociali qualificati (assistenti sociali, educatori professionali, operatori socio sanitari) che possono formare i volontari sulle principali tematiche sociali, in particolare sugli interventi di carattere emergenziale, a livello generale o su aspetti e target specifici. Alcune iniziative sono già in atto con realtà associative locali.

Altra tematica riguarda la promozione della costituzione di nuove realtà di volontariato, garantendo il necessario supporto. La nascita di nuove organizzazioni di volontariato, specie nelle aree più isolate come i comuni montani, favorisce il mantenimento e lo sviluppo dell’offerta di servizi, in logica di sussidiarietà con il sistema pubblico, per una crescita complessiva della comunità locale.

 

In sintesi il consorzio è disponibile per:

  • condividere con gli ETS l’analisi dei bisogni anche con differenziazioni tra singoli territori
  • raccogliere suggerimenti provenienti dalla cittadinanza e dalle realtà associative già presenti
  • progettare e favorire la nascita di nuove realtà associative
  • formare i volontari, per un miglioramento delle capacità di intervento e per favorire il turn over dei volontari più anziani con i più giovani
  • co-progettare con le associazioni la realizzazione di nuovi interventi o il potenziamento di quelli esistenti».

 

Debora Sattamino

Articoli correlati