La comunicazione efficace all'interno del gruppo
La Parola a | L’intervista
Il CSV di Cuneo ha proposto ai volontari della provincia Granda il corso “La comunicazione efficace all’interno del gruppo” con il formatore Roberto Ceschina a cui abbiamo posto alcune domande.
Perché un corso sulla comunicazione efficace all’interno del gruppo?
Indubbiamente noi sappiamo che possiamo interagire con gli altri, anche, in modo efficace. Comunicare in modo efficace che cosa significa? Avere quell’attenzione rispetto a un agito che noi facciamo anche naturalmente e fare un corso di formazione è fermarsi a cercare di capire se la mia comunicazione sta funzionando o no nei confronti dell’altro e nei confronti dell’organizzazione. Tutti noi comunichiamo. La scelta è di avere una comunicazione pragmatica, una comunicazione pensata. Questo ci può aiutare ad aumentare la possibilità che il mio obiettivo comunicativo arrivi all’altro.
Quindi è possibile migliorare la propria comunicazione?
Sono convinto che sia possibile migliorare la propria comunicazione mettendosi noi per primi in discussione, facendo un ragione del che cosa posso fare io per far arrivare il mio messaggio. L’esempio che io faccio come formatore non è tanto chiedere alle persone se hanno capito, ma se mi sono spiegato. Questo riporta a me la responsabilità comunicativa. Oggi abbiamo ampliato le conoscenze sul tema della comunicazione: è anche responsabilità dell’altro che possa arrivare il mio messaggio. C’è, però, quel mio sforzo, impegno in più per fare in modo che il mio messaggio possa arrivare rispetto a quello che io desidero o considero di valore rispetto all’altro.
C’è un consiglio che si può dare a tutti per migliorare la comunicazione?
Il primo consiglio che mi sento di dare è di un modello di riferimento del filosofo Karl Popper che è di andare a ragionare se la mia comunicazione sta funzionando o non sta funzionando in una lettura completa. Quindi potrebbe funzionare per me, ma faccio un ragionamento rispetto all’altra persona e al contesto. Questo è un periodo difficile e lo dico con rispetto. Le persone vivono in una dimensione di incertezza, di fatica. Quella che è la mia esperienza è andare alla ricerca di capire come far arrivare il messaggio cercando anche di cambiare. Questo ci porta a guardare anche il futuro.
Miglioreremo la nostra comunicazione se siamo attenti all’altro. Il tappeto di una comunicazione pragmatica è di avere autentico interesse per l’altra persona. La mia esperienza mi dice di tornare ad essere bambini, molto curiosi, quindi aver voglia di stare con l’altro, di capire l’altro e voglia di imparare soprattutto per migliorare la nostra comunicazione.
Quanto è importante la comunicazione proprio per creare la comunità, la condivisione in un ETS?
La comunicazione è relazione. Un principio pragmatico della comunicazione di Paul Watzlawick che è uno dei guru della comunicazione dice che noi “non possiamo non comunicare”, quindi l’agito comunicativo fa parte di noi.
Una cosa che mi piace condividere è avere quella postura comunicativa che ha tante modalità: la dimensione verbale, non verbale, la dimensione intenzionale ed è molto importante in questo momento perché noi dobbiamo anche cercare di sentirci sempre meno soli in una dinamica di incertezza. Quando noi viviamo una dinamica di incertezza è molto forte “l’unione fa la forza”. A me piace lavorare insieme alle persone, imparo grazie alle persone e tutti noi cresciamo nello scambio con l’altro. È uno sforzo, ne sono consapevole, implica impegno ed energia. Il risultato che portiamo a casa è sicuramente di valore: buone relazioni, buone modalità, buoni scambi, meno fraintendimenti. Lavorare con una comunicazione che al meglio può funzionare è un importante investimento.
Giorgia Barile