UNA CAROVANA LUNGA 30 ANNI
Progetti, racconti e testimonianze
“Si aggiungono e si tolgono vagoni, c'è chi scende e chi sale, La Carovana comunque rimane in movimento”

L’associazione di volontariato albese è nata trent’anni fa per promuovere l’avvio di servizi e iniziative che permettano alle persone disabili di vivere, in modo creativo e gratificante, il proprio tempo libero, nella quotidianità.
Questa, tra le tante finalità del sodalizio, ci sembra, in questo momento, particolarmente significativa, a poche settimane dai primi festeggiamenti e appuntamenti per i 30 anni di attività.
Quando si è costituita il cuore pulsante della Carovana ODV è stato Marco Brovia. Scomparso nel 2019, era affetto dalla nascita da una grave disabilità, nonostante la quale ha cercato, per tutta la sua intensa vita, nuove e stimolanti forme di espressione, regia, scrittura, sport, poesia, musica. Tra i fondatori c’erano anche il primo presidente storico Francesco Gian Brovia, papà di Marco, legale rappresentante de La Carovana per 25 anni e la mamma Renata.
Nel 2019 è stato eletto presidente Filippo Pippo Cervella che lo è tuttora. Brovia è stato nominato presidente onorario.
Abbiamo posto alcune domande a Filippo Cervella.
La Carovana ODV lunga 30 anni: come sono andati i festeggiamenti?
«Molto bene direi! L’idea di affiancare alla mostra fotografica concepita dal nostro socio Enzo Massa una serie di eventi culturali in qualche modo legati alle passioni della Carovana ha suscitato molta curiosità e molta partecipazione da parte della città.
Durante gli eventi nella chiesa di San Domenico l’affluenza del pubblico è andata oltre le più rosee previsioni, trasformando “Una Carovana lunga 30 anni” – il titolo della kermesse – , in un vero e proprio festival culturale, che ha visto come protagonisti i nostri ragazzi e i nostri volontari, in sostanza tutta La Carovana!».
Siete nati 30 anni fa con Francesco Brovia e suo figlio Marco, oggi ci sono nuove generazioni rispetto ai fondatori: com’è andato questo percorso?
«Finora il percorso è stato tortuoso, ma piuttosto fluido, evidentemente perchè il concetto inclusivo che sta alla base della Carovana trascende le persone che la rappresentano: si aggiungono e si tolgono vagoni, c’è chi scende e chi sale, La Carovana comunque rimane in movimento ed è quello che si vuole continui ad essere. Giocando con le parole: non sappiamo quando stiamo andando, dove invece sì, verso l’accettazione di qualsiasi dignità umana, anche quelle che in partenza potrebbero esser più difficili. Ricordiamo che La Carovana è composta esclusivamente da volontari e non ha scopi medici in senso stretto, l’unica arma che abbiamo per limare differenze tra di noi è la genuina socialità».
Quali sono i Vostri punti di forza per attrarre anche giovani volontari?
«L’unica attrattività che possiamo avere è la possibilità, per chi partecipa alle nostre attività, di esser pienamente sé stesso, senza pregiudizi. Spesso non è facile risultare interessanti per le giovani generazioni perchè per apprezzare quel che abbiamo appena detto occorre tempo, variabile che sembra sempre mancare in un mondo costruitoci attorno per regalarci emozioni forti e puntuali, ma non durature».
Quali sono invece i punti nodali e le criticità principali che riscontrate?
«In parte abbiamo già risposto con la precedente risposta, a questo aggiungiamo a livello pratico la sempre maggiore e crescente difficoltà di poter conciliare gli impegni famigliari e personali con tutto quel che serve per far funzionare, dietro le quinte, un’Organizzazione di Volontariato».
Voi vi occupate di tempo libero con i disabili. Guardando alla disabilità, com’è la situazione albese?
«Dal nostro punto di vista sembra che inizino, finalmente, ad esserci diverse possibilità per ragazzi disabili ed emarginati a causa della loro situazione. Il punto nodale, secondo noi, rimane il rapporto personale, la possibilità di vivere insieme emozioni che generino storie da poter raccontare; a volte può sembrare che nel rapporto con il ragazzo disabile subentri a un certo punto la “paura” di venir assorbito completamente».
Avete in serbo altri progetti a breve termine?
«Certamente! Innanzitutto, con “Una Carovana Lunga 30 anni” abbiamo raggiunto solo 20 dei “30 eventi per 30 anni” che abbiamo programmato. Molte di queste attività sono classiche, come la tradizionale vacanza insieme a Valdieri che faremo dal 9 al 18 agosto. A novembre, se tutto va bene, proporremo ai soci e alla cittadinanza, in collaborazione con il Garante Comunale dei diritti delle persone con disabilità, un incontro-convegno in cui verranno sviluppate tematiche attuali inierenti l’inclusività, quella vera però, non uno slogan fine a sé stesso!».
Giorgia Barile



















































































































