RETE MAMMA APS: PER UNA GENITORIALITÀ CONSAPEVOLE
Progetti, racconti, testimonianze
“La nostra soddisfazione è vedere realizzati con successo i progetti che sviluppiamo, incastrandoli tra lavoro e famiglia, come un puzzle”


Si può imparare a diventare genitori consapevoli e lo si può fare insieme. È quanto sostiene Rete mamma APS, costituita nel 2023, a Cherasco, proprio con l’obiettivo sia di mettere in relazione genitori, famiglie e professionisti del settore materno-infantile, di fare rete, accorciando le distanze che di offrire un sostegno concreto.
È nata, prima ancora, dalla visione della presidente Valentina De Ciechi, nel 2019. L’intento è proprio di raggiungere quante più famiglie possibili e quanti più professionisti possibili, affinché si possa avere il giusto supporto prima, durante e dopo la nascita di un/una figlio/a.
Rete mamma APS organizza una giornata sulla genitorialità consapevole che quest’anno, alla quarta edizione, si terrà a Cherasco domenica 28 settembre, dalle 9.30 alle 18.30, con aree talk, un salottino per argomenti più delicati, numerosi interventi da parte di professionisti selezionati accuratamente, laboratori per parlare di gravidanza, post parto e primi anni di vita del bambino.
Rete Mamma, durante l’anno propone anche il progetto “Ricomincio da me” che affronta temi legati all’empowerment femminile e offre uno spazio di ascolto e accoglienza alle famiglie, anche per rafforzare ancora di più il messaggio di genitorialità condivisa.
Abbiamo posto alcune domande ad Annalisa Spedicato volontaria e consigliera dell’associazione.
Com’è nata l’idea della Vs. associazione?
«Rete Mamma, prima di essere un’associazione è nata dalla visione della presidente Valentina De Ciechi nel 2019. È lei che ha creduto fortemente nella rete tra genitori, nell’importanza del sostegno, del non giudizio e delle collaborazioni tra professionisti. Tutto questo si è evoluto costituendo quindi l’associazione nel 2023 che cresce passo dopo passo. Quel senso di inadeguatezza e di solitudine ha accompagnato tutte noi ed abbiamo immaginato potesse essere un sentimento comune. Affrontare la maternità, un cambio di vita trasformativo e profondo, con pochissimi strumenti, informazioni, supporti. Per questo le prime edizioni sono state prevalentemente orientate al supporto alla maternità, quindi prevalentemente alla donna e al bambino nei primi sei anni di vita. Questo anche dovuto ad un fattore culturale in cui sul ruolo della donna diventata madre incombono una serie di responsabilità che ne aumentano il carico mentale e il senso di inadeguatezza, oltre che di solitudine. Abbiamo quindi voluto dare una svolta cambiando il titolo dell’evento ed inserendo “genitorialità consapevole”, per dare un messaggio d’impatto e di cambio di mentalità, in cui le responsabilità non ricadono solo sulla donna, ma sono condivise tra i genitori, perché entrambi affrontano questa fase di cambiamento».
Quali sono le principali criticità che avete riscontrato fino a oggi?
«Le difficoltà sono di natura culturale. Purtroppo ancora prevale l’idea che la nascita di un/una figlio/a sia responsabilità prevalentemente della madre. Basta guardare alla disparità che abbiamo nell’offrire solo 10 giorni di congedo paternità al papà a fronte dei cinque mesi per la madre, per chi riesce ad accedere a questo tipo di congedo. Risulta difficile, per la maggior parte della popolazione, pensare che la figura del papà vada oltre il semplice aiuto alla mamma. Nessuno si è mai chiesto come evolve l’uomo in questa fase, cosa affronta e che tipo di emozioni prova. Se ne parla da poco e noi vogliamo dare voce anche a questo, motivo per il quale nei nostri eventi la figura del padre è caldamente invitata a partecipare».
Quali sono invece i punti di forza che Vi incoraggiano a proseguire?
«L’idea che tutto questo sarà un beneficio per i nostri figli, per le generazioni future. Quello che facciamo è volontariato, la nostra soddisfazione è vedere realizzati con successo i progetti che sviluppiamo, incastrandoli tra lavoro e famiglia, come un puzzle. Per cercare di elevarci e rafforzarci, abbiamo affiancato a noi un gruppo di volontari che portano avanti delle attività per conto nostro e un comitato tecnico scientifico per individuare argomenti e relatori che interverranno durante la manifestazione, al fine di garantire un’elevata professionalità alle nostre famiglie».
Avete altri progetti in cantiere?
«Tante idee nella mente di ognuna di noi. Quest’anno con il progetto “Ricomincio da me” ci siamo spostate da Cherasco a Bra per ampliare la nostra platea. Sicuramente il prossimo anno replicheremo il progetto.
Siamo entrate anche all’interno della Consulta delle Famiglie del Comune di Bra per dare il nostro contributo anche in questo e torneremo in autunno con qualche collaborazione a qualche evento rivolto alla prevenzione per la salute della donna. Infine, ci auguriamo di poter continuare a contribuire a progetti di divulgazione sui temi di parità di genere come abbiamo fatto quest’anno in collaborazione con le consulte di pari opportunità dei Comuni di Bra e Alba».
Giorgia Barile

















































































































