LA CORDATA ODV: UN GRUPPO DI AMMINISTRATORI DI SOSTEGNO, TUTORI, VOLONTARI E PRIMA ANCORA CITTADINI ATTIVI
Progetti, racconti e testimonianze

"Un’espressione di cittadinanza attiva, di solidarietà e di responsabilità verso la comunità di appartenenza"
È la Legge n. 6 del 2004 a istituire la figura dell’amministratore di sostegno per proteggere le persone che, a causa di un’infermità o di una menomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi. I beneficiari possono essere anziani, disabili, persone con dipendenze, ludopatici, prodighi, malati psichici. L’amministratore di sostegno viene nominato con decreto del giudice tutelare e svolge diversi compiti, a seconda delle necessità: cura gli interessi personali del beneficiario; gestisce il suo patrimonio amministrando i suoi beni, riscuotendo ad esempio la pensione, pagando le bollette; rappresenta legalmente l’amministrato.
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Nel 2009 a Bra si è costituita l’associazione di volontariato La Cordata Gruppo di Amministratori di Sostegno, Tutori e Curatori ODV con la finalità di sostenere le persone fragili e di offrire supporto ai cittadini che si trovano ad assumere incarichi relativi alle misure di protezione legale previste dalla normativa. Lo scopo principale è contribuire a dare voce e dignità e rispetto a chi si trova ad avere problematiche di fragilità, di disabilità, di non autosufficienza o di particolare disagio psico-sociale.
I membri dell’associazione si riconoscono nei valori e nei principi che hanno ispirato la Legge 6/2004 che ha introdotto l’amministrazione di sostegno. Inoltre condividono la convinzione che il loro impegno non sia un’esperienza semplicemente privata, ma sia un’espressione di cittadinanza attiva, di solidarietà e di responsabilità verso la comunità di appartenenza.
Nello specifico La Cordata organizza e gestisce un punto di ascolto e di consulenza nella sede della Cordata, in corso Rosselli 5 a Bra.
Inoltre offre ai cittadini e alle famiglie tutto il supporto necessario per analizzare e comprendere meglio la propria situazione e la possibilità di ricorrere alle misure di protezione previste dalle leggi vigenti e si occupa di sensibilizzare la comunità nei confronti delle persone fragili. I volontari sostengono i cittadini che si trovano coinvolti direttamente con incarichi di amministrazione sostegno/tutela attraverso gruppi di auto mutuo aiuto, incontri di condivisione e confronto; confronto e collaborazione con i Servizi sociali e sanitari e tutti gli enti del territorio.
Abbiamo posto alcune domande alla presidente della Cordata ODV Luigina Bima.
La Cordata è nata nel 2009 come ODV. Ci sono altre realtà come la Vostra nei dintorni?
«Non siamo a conoscenza di altre associazioni di amministratori di sostegno in provincia di Cuneo e probabilmente anche in Regione. In provincia di Cuneo sono stati avviati degli uffici di prossimità con i tribunali che, in alcuni Comuni, possono trasmettere e ricevere direttamente gli atti dal tribunale. Noi ci occupiamo della fase informativa, di consulenza e di aiuto nel mettere giù le pratiche, le istanze e i rendiconti ai tribunali».
Da allora ad oggi come è cambiato il ruolo e il riconoscimento dell’amministrazione di sostegno?
«Nel 2024 l’Ufficio provinciale di pubblica tutela ha chiuso per diversi mesi e la Provincia e il Tribunale di Cuneo ci hanno chiesto di supplire a questa mancanza mandando gli utenti da noi. Lo scorso novembre è entrata un’operatrice nuova, un’assistente sociale che si è appassionata: così adesso ha ripreso a funzionare l’Ufficio provinciale di pubblica tutela. Se qualcuno ad esempio di Chivasso chiede di essere aiutato dalla Cordata, cerchiamo di farlo. Abbiamo avuto casi che competevano al tribunale di Pinerolo, Ivrea, oltre che Cuneo, Asti, Torino.
Mi sembra utile fare in modo che gli amministratori di sostegno siano pienamente responsabili del loro ruolo perché si fa un giuramento in tribunale, c’è un decreto che dev’essere seguito. Noi lo possiamo spiegare. La Cordata aiuta gli amministratori di sostegno nelle pratiche, nella gestione della contabilità, ma dobbiamo avere anche un senso educativo. Il tribunale è una protezione non un’oppressione».
Quali sono i servizi di cui vi occupate?
«Cerchiamo di aiutare i soci, sia volontari che familiari, ad attuare l’incarico attivo di tutela o di amministrazione di sostegno. Abbiamo attivato uno sportello settimanale per mettere a disposizione dei comuni cittadini ciò che noi abbiamo imparato. Abbiamo la fortuna di avere un’avvocata come socia che ci fa consulenze gratuite.
Non ci pubblicizziamo per lo sportello, ma i cittadini ci arrivano col passaparola o inviati dai servizi sociali, molti dalla neurologia di Savigliano, dall’associazione down di Cuneo.
Poi abbiamo altri due progetti in corso.
Uno è l’Alzheimer café che è venuto fuori dal fatto che molte famiglie ci portavano questo problema. Prima abbiamo ascoltato le situazioni, poi ci siamo sensibilizzati sul problema Alzheimer. Il Comune aveva già avviato l’Alzheimer café e aveva bisogno che qualcuno subentrasse. Abbiamo accettato. Sono circa sei anni. Abbiamo i locali gratis, paghiamo due ore a settimana la psicologa e due ore a settimana l’educatrice. Gli alzheimer café sono rivolti a familiari e pazienti. Dopo il caffè e i saluti ci si divide in due gruppi. Il gruppo dei pazienti lavora con l’educatrice e alcuni volontari che organizzano giochi, costruiscono, colorano, cantano. Il gruppo dei caregiver sta con la psicologa e si fa l’auto mutuo aiuto, il sostegno psicologico».
Quali sono le criticità di questo tipo di volontariato?
«Non abbiamo numerosi volontari disponibili perché è un volontariato che richiede un impegno personale di cui rendi conto a un giudice. Mentre in un gruppo puoi anche essere intercambiabile, questo è un incarico personale e non puoi essere sostituito e in genere è a tempo indeterminato. Un impegno serio che la persona si prende a suo carico a qualsiasi ora e qualsiasi giorno, anche a Natale. Chi riesce a farlo lo fa proprio con un senso di cittadinanza attiva. È la volontà di aiutare qualcuno della tua comunità che è in situazione di fragilità senza essere tenuto a farlo, . Noi abbiamo del tempo liberato per fare questo. Vorremmo riuscire a coinvolgere più gente per far capire l’importanza e l’efficacia perché la qualità di vita del tuo assistito migliora, assistiamo a delle rinascite.
Vuol dire esserci: quest’estate con una mia beneficiaria in crisi ricevevo quaranta telefonate al giorno, un altro mi ha telefonato alle 5 di mattina a Natale per fare gli auguri».
Quanto sono importanti per Voi la formazione e l’aggiornamento?
«La formazione è essenziale perché se siamo consapevoli del nostro ruolo dobbiamo essere informati e aggiornati.
Tutti gli anni facciamo un corso per i nuovi amministratori.
Facciamo incontri di aggiornamento per i soci e per persone che sono state da noi.
La questione un po’ più difficile è la gestione dell’associazione cioè l’adempimento, i libri sociali, le regole, la burocrazia: per noi è un problema sempre più complesso».
Giorgia Barile

