Karibu porta aiuti diretti e tangibili in tre diverse province del Mozambico

Progetti, racconti e testimonianze

Tutte le donazioni vengono destinate al 100% ai progetti, tutto viene fatto per garantire un aiuto immediato e sostenere l’economia locale

L’associazione Karibu Costigliole OdV, impegnata da oltre vent’anni a portare aiuti concreti e sostenibili a bambini orfani, ragazze in difficoltà e donne vulnerabili in Mozambico, si distingue per un approccio diretto e tangibile, tratto distintivo che permette ai benefattori la sicurezza che ogni offerta giunga a destinazione: ogni anno, infatti, un paio di volontari si reca a proprie spese sul posto per acquistare cibo, beni di prima necessità, medicinali e materiale scolastico nei mercati locali, e per investire nella formazione e nello sviluppo sostenibile, costruendo scuole e pozzi, al fine di rendere sempre più indipendente la popolazione.

Non è solo un ente benefico, quindi, ma una vera e propria famiglia solidale che ha fatto suo il motto di Suor Ermanna Bottasso, missionaria della Consolata originaria di Costigliole Saluzzo, dove ha sede l’associazione, che ha saputo dare un grandissimo insegnamento alle “sue” ragazze del Lar “Irene Stefani” di Montepuez: “Gratuitamente ho ricevuto, gratuitamente do” (Mt 10,8).

Come racconta Krizia Ribotta Giraudo, presidente dell’associazione: “Il nostro approccio è sempre stato quello: ci autofinanziamo non solo per andare in Africa, ma anche per le spese dell’assicurazione dei volontari e di tutte quelle legate al mantenimento dell’associazione, secondo le normative previste dal RUNTS. Tutte le donazioni che raccogliamo vengono destinate al 100% ai nostri progetti, e ci rechiamo di persona per gestire il denaro nel migliore dei modi, contrattando nei negozi locali, perché si tratta dei “loro” orfani e bambini, quindi è giusto che il popolo, ognuno nel suo piccolo, dia un contributo concreto. Questo garantisce un aiuto immediato e sostiene l’economia locale”.

Oggi Karibu sostiene quattro progetti principali, in tre diverse province del Paese: due in Zambesia, uno in Niassa e uno a Nampula.

A Gurue (Zambesia), l’orfanotrofio “Arco Iris”, che accoglie bambini che hanno perso entrambi i genitori, e la scuolina “Espaço Aberto”, che fornisce un’istruzione a bambini in età prescolare, dai 3 ai 5 anni, provenienti da famiglie povere che lavorano nei campi e che non possono occuparsi dei figli, che crescerebbero quindi per strada.

A Mepanhira (Niassa), un infantario, dove arrivano bimbi appena nati perché la madre – spesso molto giovane, di 13 o 14 anni – è morta o di parto o di emorragia in seguito al parto. Qui Karibu è molto conosciuta dalla popolazione locale, che quando sa dell’arrivo “delle bianche” viene apposta alla Messa per salutarle, parlare con loro, e, soprattutto, ringraziarle per il grande dono del pozzo. L’associazione, infatti, oltre ad aver finanziato un pollaio per l’orfanotrofio nel 2017, nel 2022 ha comprato un nuovo portone, per evitare il rischio che le belve potessero entrare e mangiare i piccoli, e con molti sacrifici, ha costruito un pozzo per far sì che non solo gli orfani, ma l’intera popolazione potesse attingere ad acqua pulita, evitando malattie e i numerosi chilometri a piedi da fare per andarsela a procurare. Le due volontarie, Costanza Colombero, vice presidente e fondatrice di Karibu e Krizia, erano sul posto quando sono stati fatti i lavori di scavo, e insieme a tutta la comunità hanno assistito al primo getto d’acqua. Pozzo, questo, che è il secondo che l’associazione ha costruito, dopo quello realizzato a Montepuez nel lar “Irene Stefani”.

A Nampula, invece, il progetto più recente, ancora in corso, della “Casa di Suor Ermanna”, una casa di accoglienza dedicata a bambine orfane, ragazze che vogliono studiare ma che vivendo nella savana non riuscirebbero a frequentare la scuola, e donne vittime di violenza.

«A luglio e agosto – racconta la presidente – abbiamo seguito l’avanzamento dei lavori, costruendo il muro di recinzione per delimitarne la proprietà. Abbiamo anche incontrato diverse ex ragazze del Lar, ormai cresciute e molte di loro mamme, che ancora si ricordano di noi e si commuovono a ricordare la “loro” mamma, Suor Ermanna. Il nostro legame con loro va oltre l’aiuto materiale: è condivisione, crescita reciproca e amore. È famiglia».

L’impegno di Karibu, infatti, è sia sul fronte mozambicano che italiano: se il contributo economico è per l’Africa, in Italia l’associazione è coinvolta attivamente nella sensibilizzazione dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU, attraverso incontri tematici nelle scuole e nei confronti pubblici, durante i quali non si limitano a raccontare le esperienze che vivono in prima persona in Africa, ma stimolano riflessioni importanti e dibattiti, per responsabilizzare i giovani, protagonisti di un futuro neanche così troppo lontano.

«Spesso le persone restano colpite dai racconti – afferma Costanza Colombero – e ci fanno domande, si informano. Questo è il primo passo per creare consapevolezza e coinvolgimento. Nei nostri incontri mostriamo attraverso racconti e foto quello che facciamo in Africa, per far sì che i nostri benefattori, fondamentali per il nostro operato, che ringraziamo di vero cuore, partecipino alla nostra commozione di quando in Africa».

Il recente appuntamento di giovedì 5 dicembre, presso il Monastero della Stella, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo, che proprio quest’anno ha scelto di finanziare il progetto della scuolina di Gurue, garantendo a 20 piccoli orfani un pasto al giorno per un anno, è stata l’occasione per raccogliere offerte per la Casa di Suor Ermanna offrire un assaggio di vita mozambicana, grazie alla cena al buio con pollo, riso, fagioli e xima, cibo che mangiano là. Tra commozione e sorrisi, gioia e gratitudine, il pubblico ha avuto l’emozionante opportunità di salutare in videochiamata i bambini dell’orfanotrofio “Arco Iris”, a cui è destitato il Fitwalking del Cuore di Saluzzo di gennaio 2025 (con l’acquisto di un pettorale, a 5 euro, è possibile acquistare latte per due giorni per un neonato, o garantire 10 pasti a un bambino). L’incontro virtuale è stato un momento di grande intensità emotiva, che ha toccato il cuore di tutti i presenti, e la connessione, seppure a distanza, ha creato un legame speciale, rafforzando il senso di solidarietà e di comunità che lega le due realtà, e rinnovando la speranza di un futuro migliore per chi ha bisogno di sostegno.

«Con l’aiuto dei sostenitori – concludono Colombero e Ribotta Giraudo – possiamo continuare a costruire speranze, un passo alla volta. A Natale, il dono più grande è quello che si fa per gli altri. Karibu significa “benvenuto” in lingua Makua, un saluto che esprime l’accoglienza calorosa dei mozambicani. Questa parola riflette l’anima dell’associazione, pronta a nuove sfide e a coinvolgere altre persone in un cammino di solidarietà. Unisciti a Karibu e regala un sorriso: questo Natale, fai la differenza».

Krizia Ribotta Giraudo